| 
				
				
                
				
				
				Stati di coscienza 
				Bruno Severi
   
				Che 
				cos'è la coscienza?
				Per meglio chiarire questa domanda presento alcune riflessioni 
				del Prof. Emilio Servadio. "Ci sono varie definizioni a seconda 
				del punto di riferimento che assumiamo. È l'avvertire la 
				presenza di qualche cosa allo spirito" ci dice un dizionario 
				enciclopedico. È un'istanza sensoriale, discriminativa di 
				qualità psichiche" ci suggerisce un manuale di psicologia 
				dinamica. È il correlato soggettivo di certe attività 
				encefaliche" ci propone un testo di neurologia. In verità, 
				essere coscienti di qualche cosa è un esperienza che tutti 
				conosciamo, ma di cui non è possibile dare una definizione 
				riduttiva. Possiamo ammettere l'esistenza di un inconscio o di 
				un preconscio, ossia di atti psichici non coscienti: ma non 
				possiamo pensarli o menzionarli o descriverli se non in termini 
				di coscienza. Nei fenomeni di percezione extrasensoriale molto 
				si svolge probabilmente a livelli non coscienti, ma noi ne 
				possiamo parlare solo al momento in cui la coscienza ce li 
				rivela. Altrimenti rimarranno per sempre fuori, appunto, dalla 
				nostra coscienza.Ma per coscienza normale che cosa dobbiamo intendere? Per un 
				occidentale non troppo nevrotico o pazzo, essa è lo stato 
				psichico in cui ci troviamo abitualmente quando siamo svegli. 
				Essa, inoltre, nel corso della giornata, può subire sensibili 
				oscillazioni di intensità pur rimanendo sempre una coscienza di 
				veglia. Sappiamo che presso certe popolazioni primitive la 
				possibilità di sperimentare stati diversi di coscienza (come ad 
				esempio essere posseduti da un dio o da uno spirito) è 
				considerata del tutto normale, mentre appare abnorme la nostra 
				posizione al riguardo. Questo era opportuno ricordarlo perché 
				non si prenda come ottimale quello stato di coscienza a noi più 
				noto e consueto".
   
				Lo 
				spettro delle potenzialità umane
				Dal momento della nascita ogni uomo trova davanti a sé una gamma 
				vastissima di potenzialità da sviluppare. Ad esempio, la 
				capacità di poter correre i 100 m. in 10 sec. di imparare la 
				matematica e le lingue straniere e probabilmente anche quella di 
				usare certe facoltà psi. Tuttavia, ogni individuo nel corso 
				della sua esistenza svilupperà solo una piccola frazione di ciò 
				che potenzialmente è in grado di fare. Ciò dipende dal fatto di 
				essere nato entro una certa cultura, in un determinato periodo 
				storico, in un posto piuttosto che in un altro, di avere 
				determinati genitori, insegnanti ed amici, ed anche da una vasta 
				serie di fattori casuali.  
				All'interno di ogni contesto umano si forma un atteggiamento 
				comune secondo il quale è bene sviluppare certe potenzialità e 
				soffocarne invece altre. Un bambino in età scolare avrà già 
				prefissate, entro certi limiti, molte delle sue future mete e 
				aspettative. Chi diverge da questi binari, tacitamente 
				riconosciuti da tutti come invalicabili, verrà emarginato, 
				condannato o curato come un pazzo. Anche le potenzialità della 
				nostra coscienza sono numerosissime, ma soltanto alcune di esse 
				sono favorite ed impiegate, mentre di tante altre non ne fa uso 
				o perché sono inibite, o perché non si sa della loro esistenza, 
				o perché si sono atrofizzate per il disuso. Alcune di esse però 
				sono solo latenti ed aspettano gli stimoli appropriati per 
				emergere (Tart).    
				
				Definizione degli Stati Alterati di Coscienza
				Si usano diversi sinonimi per indicare gli stati alterati di 
				coscienza (ASC, dall'inglese "Altered States of Consciousness"). 
				Alcuni preferiscono parlare di stati modificati di coscienza 
				perché il termine alterati può dare l'impressione che si tratti 
				di stati patologici. Altri studiosi suggeriscono di parlare di 
				altri stati o di stati attentivi interni. Poiché la definizione 
				più impiegata è quella di stati alterati di coscienza (d'ora in 
				poi ASC) senza implicare, con questo termine, necessariamente 
				alcuna patologia, a questa definizione mi atterrò nella presente 
				trattazione. Anzi, cercherò di evitare di parlare di quelle 
				situazioni che sono chiaramente o prevalentemente patologiche.
				 
				Tutti gli ASC hanno avuto un ruolo fondamentale nell'influenzare 
				la nascita e l'affermarsi di movimenti religiosi, filosofici e 
				culturali. Il sogno e tutte quelle esperienze un po' misteriose 
				come l'estasi, la trance, l'ipnosi, l'uso di sostanze 
				psicotrope, etc., sono conosciuti in tutte le epoche e in tutte 
				le parti del mondo come porta d'accesso verso dimensioni diverse 
				dall'ordinario. Uno ASC per una certa persona è quello in cui 
				essa sente chiaramente uno spostamento qualitativo nel modo di 
				funzionare della sua mente. Ci si accorge che essa opera 
				diversamente dal solito. "In una visione generale della psiche 
				si possono considerare gli ASC come momenti comportamentali 
				dell'attività mentale di tipo temporaneo, non stabili, più o 
				meno volontari. Il tutto senza dovere necessariamente implicare 
				il concetto di patologia. Anzi, taluni ASC sembrano esprimere 
				momenti di massima armonia" (Marabini).  È 
				possibile che una persona che sia in uno ASC possa fare 
				scaturire particolari capacità che non sono presenti nel suo 
				normale stato di coscienza. Ad esempio, un sensitivo potrebbe 
				essere in grado di usare certe facoltà paranormali entrando in 
				un particolare ASC ed usarle in qualche modo, cosa che non 
				riuscirebbe a produrre in condizioni normali.    
				
				Caratteristiche e mezzi d'induzione
				Sebbene gli ASC abbiano tutti molti punti in comune, le loro 
				caratteristiche possono variare a seconda della presenza di vari 
				fattori (Ludwig):  
					
					
					background culturale 
					
					motivazioni ed attese personali 
					
					particolare procedura adottata 
					
					ambiente, etc..  
				Tra le caratteristiche che più frequentemente vediamo essere 
				comuni ai diversi ASC ricordiamo:  
					
					
					alterazione nel modo di pensare 
					
					alterazione del senso del tempo 
					
					perdita di controllo 
					
					diverso modo di apparire delle emozioni 
					
					diversa percezione del proprio corpo 
					
					distorsioni percettive (sinestesia, etc.) 
					
					modificazione del significato delle cose 
					
					senso dell'ineffabile 
					
					ipersuggestionabilità  
				Gli ASC possono essere provocati da una grande varietà di agenti 
				e di tecniche che interferiscono con il normale flusso degli 
				stimoli sensoriali, con la normale reazione motoria, con il 
				normale stato emotivo e con la normale organizzazione dei 
				processi cognitivi. Le principali modalità di induzione degli 
				ASC sono ( Ludwig):  
					
					
					Riduzione della stimolazione esterocettiva e/o dell'attività 
					motoria 
					
					Aumento della stimolazione esterocettiva e/o dell'attività 
					motoria e/o dell'emozione 
					
					Aumentato stato di allerta o di coinvolgimento mentale 
					
					
					Diminuita allerta o rilassamento delle facoltà critiche 
					
					
					Presenza di fattori somatopsicologici
     				 
				Alcuni esempi. Si è parlato, all'inizio, del nostro normale 
				stato di veglia. A questo si oppone il 
				sonno, il 
				secondo più comune stato di coscienza caratterizzato da vari 
				correlati neurofisiologici tra cui la comparsa nell'EEG, 
				all'inizio, delle cosiddette onde alfa e poi, nel sonno 
				profondo, delle onde delta. Tutti ormai sanno del sonno REM e 
				del suo rapporto con i sogni. Ciò che interessa particolarmente 
				menzionare è che, contrariamente a quanto prima si pensava, 
				anche negli stati di sonno profondo e senza sogni, esiste una 
				sia pur limitata attività psichica, e pertanto di coscienza. Ma 
				parlare del sonno e dei sogni ci porterebbe molto lontano perché 
				troppo bisognerebbe dire e per questo rimando all'articolo del 
				Dr. Marabini sui Quaderni di Parapsicologia (marzo 1996).
				 
				Accenniamo pertanto agli stati di coscienza lievemente alterata 
				che precedono, o seguono il sonno: sono le fasi di 
				sonno ipnagogico 
				e sonno ipnopompico. 
				In entrambi si osserva un rapidissimo alternarsi di immagini, 
				parole, frasi, melodie, di un caleidoscopio di percezioni con 
				una apparente vita autonoma, e sono possibili eccezionali 
				illuminazioni creative o fenomeni paranormali. In definitiva, si 
				riesce a parlare con l'inconscio. Le voci parlano forte o piano, 
				a volte anche in lingua straniera o in un idioma non 
				comprensibile, sempre però a grandissima velocità. In genere la 
				loro velocità, come anche quella delle visioni, non ci permette 
				di poterle ricordare, tuttavia è possibile esercitarsi ad 
				osservare con maggiore attenzione e a trattenere nella memoria 
				questi fuggevoli fenomeni. Lo studioso Van Dusen afferma: "Altre 
				vite sono componenti inconsce della nostra vita. Per ora basti 
				dire che le esperienze che si compiono in questo stato fanno 
				pensare alla presenza di spiriti che agiscono in noi a livello 
				di sensazioni interiori molto profonde".  I
				sogni lucidi. 
				Avere un sogno lucido significa vivere attivamente all'interno 
				del mondo del sogno, avendo la consapevolezza di sognare e 
				avendo un certo grado di controllo volontario sul corso 
				successivo del sogno. Esso si manifesta di preferenza nel primo 
				sonno o prima del risveglio. Nel sogno lucido si possono fare 
				cose che nella vita reale sono impossibili, come volare o 
				passare attraverso i muri o incontrare esseri che sembrano avere 
				tutte le caratteristiche di entità spiritiche. In questo 
				contesto si possono forse spiegare i fenomeni di bilocazione o 
				di viaggio in astrale. L'Ing. Guido Gardini afferma: "Gli 
				sciamani da sempre hanno praticato il sogno lucido per visitare 
				luoghi lontani e comunicare mentalmente". Il mondo del sogno 
				lucido è un laboratorio interno dove è possibile programmare 
				esperimenti, soluzioni di problemi, costruzioni non ancora 
				tentate. Ci sono varie tecniche per indurre e manipolare i sogni 
				lucidi a nostro piacimento. Chi si è allenato in questa tecnica 
				del sogno lucido giura che i risultati sono entusiasmanti. Si 
				tratta di controllare un proprio stato di coscienza alterato 
				facendone un uso consapevole e, magari, finalizzato.  
				Nell'ipnosi 
				si provano particolari fenomeni, come percezioni illusorie, 
				amnesie, ipermnesie, e soprattutto uno stato di notevole 
				suggestionabilità rispetto a ciò che viene detto o indicato 
				dall'ipnotizzatore. Secondo certe vedute psicoanalitiche, 
				nell'ipnosi si ha una regressione a stati di dipendenza e di 
				subordinazione di tipo infantile, dovuti a un pronunciato 
				transfert dell'ipnotizzato sulla figura dell'ipnotista. L'ipnosi 
				differisce, anche dal punto di vista neurofisiologico, dal sonno 
				(diverso EEG) e si presta favorevolmente all'induzione di 
				fenomeni extrasensoriali. Può essere auto o etero-indotta.
				 
				La creatività. 
				La creatività si accompagna ad uno ASC che sembra invece 
				dipendere da qualità innate di alcune persone. Essa consta in 
				uno modo di vedere, pensare, o agire con il mondo che non solo è 
				nuovo, ma anche migliore di quelli a noi soliti. Quando questi 
				processi inconsci sono creativi possono portare a soluzione 
				difficilissimi problemi che una persona in stato di veglia non 
				riuscirebbe a risolvere. La creazione artistica e letteraria 
				spesso si esprime attraverso intuizioni, visioni ed esperienze 
				che si sviluppano in uno stato modificato di coscienza, oltre 
				che nel sonno e nel sogno. In ogni modo, sembra necessario 
				possedere in modo innato una notevole capacità immaginativa. 
				Anche famosi scienziati hanno fatto notevoli scoperte in uno di 
				questi stati.  
				La trance 
				da possessione 
				o medianica. 
				Traggo da "Il libro di Ruth" di M. Schatzman una fedele 
				descrizione di questo tipo di trance. Quando un medium si 
				prepara ad una seduta con un cliente, in genere comincia con il 
				chiudere gli occhi standosene tranquillo sulla sua sedia. Poco 
				dopo comincia a respirare profondamente, a russare leggermente e 
				a dimenarsi, e in generale a comportarsi come una persona 
				addormentata in un sonno profondo ma agitato e turbata da un 
				sogno alquanto angoscioso. Nel giro di pochi minuti, di norma, 
				diventa più calmo e spesso si sente una specie di bisbiglio 
				continuo, come se stesse parlando con se stesso. Poco dopo 
				comincia a parlare in modo udibile, spesso con una voce e una 
				forma diversi, e a volte anche con un vocabolario differente da 
				quelli che sono caratteristici della sua normale conversazione 
				da sveglio. Manifestamente la personalità normale del medium ha 
				smesso di controllare i suoi organi vocali, e una nuova 
				personalità ne ha assunto il controllo. La nuova personalità può 
				portare avanti una conversazione di un'ora e anche più con il 
				cliente. Alla fine dice che deve andare e dà l' arrivederci. Il 
				processo con cui la seduta era iniziata viene allora ripetuto in 
				ordine inverso. In qualche minuto, dopo una certa dose di 
				contorcimenti, di gemiti e di bisbigli, gli occhi sono di nuovo 
				aperti e il medium riassume la sua voce e i suoi modi normali. 
				In genere ignora ciò che è accaduto durante la seduta, come una 
				persona che ha parlato nel sonno ignora quello che ha fatto e 
				detto. Da uno studio di Nelson (1970), durante lo stato di 
				trance 9 medium su 12 mostrarono all'EEG alterazioni focali del 
				lobo temporale del cervello. Tali alterazioni, di solito, sono 
				comuni negli attacchi epilettici e nella schizofrenia, ma questo 
				non implica che i medium ne siano affetti.  
				La meditazione. 
				Per svolgere le nostre normali attività quotidiane abbiamo 
				bisogno di un costante e determinato corredo di stimoli 
				sensoriali. Se veniamo privati di questa soglia minima 
				percettiva, allora possiamo fare esperienza di ASC. È come se la 
				mente creasse la sua realtà nel momento in cui la realtà esterna 
				viene esclusa. Gli asceti, e coloro che si vengono a trovare, 
				volontariamente e non, per un certo tempo in condizioni di basso 
				livello di stimolazione sensoriale, possono sperimentare il 
				processo della meditazione.  
				La meditazione è il tentativo di sospendere temporaneamente 
				l'attività concettuale, di escludere ogni elaborazione delle 
				varie informazioni che arrivano al cervello, di evadere dal 
				mondo esterno. Il risultato di questo processo è che quando 
				ritorniamo al nostro stato normale vediamo le cose in modo 
				diverso, rinnovato rispetto a prima .  
				La maggior parte delle tecniche meditative comporta una 
				stimolazione monotona favorita da una posizione fissa e da un 
				pensiero reiterato (su una parola o un mantra, un'immagine 
				visiva, la concentrazione sul proprio respiro, etc.). Lo stato 
				meditativo può essere raggiunto anche assumendo un atteggiamento 
				passivo e recettivo, cercando di svuotare la mente da ogni 
				pensiero. Qualunque cosa accada, non bisogna lasciarsi 
				coinvolgere da niente ma occorre mantenere un atteggiamento 
				distaccato e lontano. Si entra così in uno stato di attenzione 
				conscia non legata ad alcun pensiero che ci porta a vedere ciò 
				che succede fuori da noi come se fossimo solo degli spettatori 
				distanti. Con entrambe le tecniche si ottiene, dopo un certo 
				allenamento, un isolamento sensoriale che può indurre visioni 
				allucinatorie o una percezione del nostro corpo del tutto 
				anomala.. Al punto estremo viene a mancare la distinzione tra io 
				e non io Perdita del senso di identità). Questa situazione può 
				comportare una identificazione con l'oggetto della meditazione o 
				un senso di fusione con l'universo o un senso di assorbimento in 
				Dio. Si può anche fare l'esperienza dell'OBE. Anche altre 
				pratiche diverse dalla meditazione sembrano a volte indurre gli 
				stessi effetti.  
				
				Estasi mistica 
				ed
				estasi chimica. 
				Lo psichiatra Abraham Maslow condusse uno studio su individui 
				che avevano avuto esperienze mistiche che lui indicò come "peak 
				experiences" (esperienze di picco). Nella psichiatria 
				tradizionale le esperienze mistiche di ogni genere sono 
				solitamente trattate nel contesto di una psicopatologia grave. 
				Nel suo studio, Maslow dimostrò che le persone che avevano avuto 
				"peak experiences" di solito ne traevano vantaggio e 
				dimostravano una netta tendenza ad autorealizzarsi. Esse erano 
				in grado di affrontare le avversità in modo molto più creativo e 
				costruttivo, si mostravano maggiormente distaccati dagli aspetti 
				più materiali della vita (guadagno, carriera, gelosie, invidie) 
				e più aperti verso i valori fondamentali. Anche la morte perdeva 
				buona parte della sua carica di paura. Egli suggerì che tali 
				esperienze potevano essere supernormali, invece che anormali, e 
				su queste considerazioni gettò le basi di una nuova psicologia 
				(la psicologia transpersonale).  
				Tra i fattori che possono indurre l'esperienza mistica 
				importanti sono:  
					
					
					le droghe 
					
					il digiuno 
					
					la febbre elevata 
					
					l'eccitazione 
					
					la fatica 
					
					l'alterazione della respirazione 
					
					intense emozioni, etc..  
				Si producono anche quando il normale stato di attenzione conscia 
				viene sostituito da:  
					
					
					sogno ad occhi aperti 
					
					fantasticherie 
					
					meditazione 
					
					sonnolenza 
					
					sogni onirici 
					
					preghiera intensa  
				Differenze con la trance da possessione (Rouget G.)
				 ESTASI               TRANCE   immobilità                        movimento silenzio                            rumore solitudine                         compresenza senza crisi                       con crisi privazione sensoriale        sovrastimolazione sensoriale ricordo                            amnesia allucinazione                    assenza di allucinazione     
				Nell'estasi si sperimenta un rapporto molto intimo e nuovo con 
				l'universo (estasi cosmica), o con Dio (estasi mistica). Si 
				sente che tutte le cose sono tra loro collegate, si scoprono 
				nuovi significati nel mondo attorno a noi. Perdono valore i 
				fatti che fino a quel momento ci erano sembrati importanti. Si 
				prova un estremo senso di euforia e di gioia incontenibile sino 
				a farci piangere copiosamente. Spesso sparisce la paura della 
				morte. Si percepisce il mondo come attraverso nuovi organi di 
				senso. I colori, i suoni, etc, sembrano più vividi e penetranti, 
				con nuove caratteristiche mai prima sperimentate.  
				Nel corso delle loro pratiche ascetiche, i cultori dello yoga 
				possono sospendere i battiti del loro cuore, contrastare la 
				peristalsi intestinale ed altri movimenti involontari, e ridurre 
				quasi a zero il loro metabolismo, sino a giungere a stati 
				comatosi. Anche gli stati mistici, in passato considerati come 
				espressione di grave patologia mentale, iniziarono ad essere 
				guardati con occhio più benevolo dagli uomini di scienza.
				 
				Le sostanze come l'LSD, la psilocibina e la mescalina sono 
				chiamate in America psicolitiche (che liberano la mente) e, in 
				Europa, psichedeliche (che aprono o dilatano la mente). Esse non 
				sono narcotici, sedativi o stimolanti, ma hanno l'unico effetto 
				sulla psiche umana di renderla consapevole di forme di coscienza 
				e di contenuti che di solito sono nascosti o inconsci.
				 
				Secondo lo psichiatra cecoslovacco S. Grof, i contenuti dei 
				viaggi psichedelici da droghe (in particolare da LSD) sono di 4 
				tipi:  
					
					
					estetici, costituiti in genere da visioni di tipo geometrico 
					o paesaggistico; 
					
					biografici, in quanto ci riportano alla coscienza 
					avvenimenti, spesso angosciosi e dimenticati, del nostro 
					passato; 
					
					perinatali, che ci ripropongono in forma simbolica le fasi e 
					i traumi della nostra nascita; 
					
					transpersonali, che sono quelli a contenuto più ricco e 
					sconvolgente perché sembrano portarci in una nuova 
					dimensione esistenziale.  
				Ricordiamo, però, che gli esiti di queste esperienze 
				psichedeliche non sono mai costanti e prevedibili, ma risentono 
				moltissimo dei condizionamenti psicologici, culturali e 
				ambientali a cui è sottoposto il soggetto che assume la droga. 
				Gli effetti sperimentati dipenderanno pertanto da:  
					
					
					la sua cultura di base 
					
					la sua personalità 
					
					le sue aspettative 
					
					la sua vulnerabilità fisiologica verso quella determinata 
					droga 
					
					le sue precedenti esperienze 
					
					la sua disponibilità a lasciarsi andare 
					
					come è stata predisposta la seduta 
					
					con chi, etc.  
				Come già ricordato, le sostanze psichedeliche ci possono portare 
				nei meandri più nascosti della nostra mente e del nostro 
				inconscio. E quello che laggiù incontreremo potrà essere di 
				celestiale bellezza o popolato di terrifichi mostri, e tutto 
				questo dipenderà in gran parte da noi.    
				
				Considerazioni psicofisiologiche
				Lo psichiatra americano Roland Fischer, in uno splendido 
				articolo comparso sulla rivista Science nel 1971 dal titolo: "A 
				Cartography of the Ecstatic and Meditative States", collega gli 
				stati di coscienza a livelli di attivazione del sistema 
				parasimpatico ed ortosimpatico. L'elemento determinante per il 
				passaggio da uno stato di coscienza all'altro è espresso dalla 
				velocità di elaborazione del cervello. In altri termini, 
				cambiare la velocità di lavoro del cervello significa cambiare 
				stato di coscienza. Per cui, come lo stato ordinario di 
				coscienza è rappresentato da un equilibrio ottimale tra le 
				informazioni che il cervello riceve e quelle che elabora, così, 
				se tale equilibrio viene a mancare, ecco che si possono 
				manifestare stati non ordinari di coscienza. Se la velocità di 
				elaborazione aumenta, lo stato coscienziale si colloca lungo un 
				continuum percezione-allucinazione che comprende: lo stato di 
				veglia normale; lo stato di creatività; l'ansia; uno stato 
				schizofrenico acuto simile a quello patologico senza essere per 
				niente patologico; la catatonia (quando tutto il sistema si 
				blocca); l'estasi mistica. L'estasi, nello schema di Fischer, è 
				lo stato di massima velocità di lavoro del cervello. In questo 
				stato la coscienza non riceve più dati sensoriali dall'esterno 
				per cui, non avendo più alcun materiale in arrivo, essa può 
				analizzare, in un certo senso, se stessa. Se invece la velocità 
				di elaborazione diminuisce, la gamma degli stati di coscienza si 
				sposta verso un continuum di percezione-meditazione 
				comprendente: lo stato di veglia rilassata; lo stato di 
				rilassamento profondo intenzionale e, dopo un ampio intervallo, 
				i vari gradi della meditazione sino al Satori del buddhismo Zen 
				e al Samadhi dello Yoga. Questa parte della mappa comprende 
				importanti aspetti della religiosità orientale. Entrambi i 
				percorsi sono caratterizzati da una graduale interiorizzazione, 
				passando da una dimensione fisica (immagini sensoriali in 
				ingresso) ad una mentale o interiore. Dalla rilevazione dei 
				parametri fisiologici e biochimici si può dire in quale stato si 
				trovi il soggetto in esame o, almeno, su quale dei due percorsi 
				indicati da Fischer esso sia localizzato. Dallo schema che 
				compare nell'articolo di Fischer, si vede come i due percorsi, 
				partendo dal medesimo punto che è lo stato di veglia, si 
				dividano per seguire due direzioni diametralmente opposte. Alla 
				fine di ciascun percorso, si arriva comunque alla stessa meta 
				dove ognuno di noi può, se si realizzano certe condizioni, 
				venire a contatto con il proprio Sé.    
				ASC 
				e ESP
				Gli ASC rappresentano un importantissimo campo di interesse per 
				i parapsicologi perché molti dei cosiddetti casi spontanei 
				suggeriscono che i fenomeni paranormali possano operare in modo 
				efficace quando il soggetto si trova in uno di tali stati. A 
				quanto pare, l'ESP è un processo inconscio e le impressioni che 
				in un primo momento riceviamo inconsciamente devono farsi strada 
				verso la coscienza e ciò avviene principalmente sotto forma di 
				presagi, sogni, visioni e perfino di allucinazioni. Queste sono 
				le modalità più importanti di cui si serve l'inconscio per 
				portare i suoi contenuti alla mente e ciò avviene 
				particolarmente con l'ipnosi, il sogno e l'isolamento dei sensi. 
				Infatti, solo dopo aver chiuso fuori il mondo esterno e il suo 
				costante assalto ai nostri sensi (Ganzfeld), ci accorgiamo della 
				presenza di messaggi ESP. Le sostanze stupefacenti sono state 
				usate a questo scopo da secoli. In particolare, le sostanze 
				psichedeliche ci avvolgono in visioni ed emozioni che sgorgano 
				molto in profondo. È veramente possibile che gli allucinogeni 
				potenzino l'ESP? Diversi resoconti di esploratori e di studiosi 
				presso popoli primitivi e numerosi risultati sperimentali 
				farebbero pensare di sì, ma tale rapporto è ancora 
				insufficientemente studiato.    
				
				Significato degli ASC
				Da alcuni gli ASC sono considerati come l'ultima spiaggia per 
				molte e diverse forme dell'espressività e dell'esperienza umana, 
				siano esse forme di adattamento che di disadattamento. In alcuni 
				casi la regressione psicologica riscontrata risulterà dannosa 
				per l'individuo e la società, mentre in altri casi la stessa 
				regressione sarà al servizio dell'Io e servirà all'uomo per 
				trascendere i limiti della logica e del formalismo, o per 
				esprimere necessità e desideri repressi in una maniera 
				socialmente riconosciuta e costruttiva. Con la dizione forme di 
				disadattamento si intende tutta la gamma dei comportamenti 
				psiconeurotici e psicopatici (Ludwig).      
				
				Lettura consigliateAA.VV.: La 
				fenomenologia della coscienza normale e alterata. Theta 
				Pubblicazioni  Aiazzi. P.L.: ESP e 
				modificazione della coscienza. Il Giornale dei Misteri, N. 122, 
				51-52  Cavanna, R.: Aspetti 
				scientifici della parapsicologia. Ed. Boringhieri, 1973
				 Fischer, R.: A 
				cartography of ecstatic and meditative states. Science, 174, N. 
				4012, 1971  Gardini, G.: 
				L'esperienza del sogno lucido. Quaderni di Parapsicologia, N. 2, 
				1996  Garzia, P.: La 
				trance sciamanica e medianica. Luce e Ombra, N. 3, 268-276, 1993
				 Grof, S.: Oltre il 
				cervello. Cittadella Ed. Assisi, 1988  Heintschel-Heinegg, 
				A.: Prima del sonno, dopo la veglia.... Gli Arcani, N. 3, 1981
				 Hurst, L.A.: Gli 
				stati alterati di coscienza. ESP, N. 15, 1976  Huxley, A.: The 
				doors of perception (Le porte della percezione). Harper, New 
				York, 1954  Ludwig, A.M.: 
				Altered states of consciousness. Arch Gen Psychiatr, 15, 
				225-234, 1966  Marabini, E.: 
				Fenomeni parapsicologici. Nuova Libra Editrice, 1994  Marabini, E.: Il 
				sogno: uno degli enigmi dell'Uomo. Quaderni di Parapsicologia, 
				N. 1, 1996  Margnelli, M.: La 
				droga perfetta. Neurofisiologia dell'estasi. Riza Scienze, N. 3, 
				1984  Neher, A.: La 
				psicologia della trascendenza. MEB, 1991  Nelson, F.K.: Studio 
				preliminare su elettroencefalogrammi di medium. 
				Parapsychologica, 4, 1970  Rouget, G.: Musica e 
				trance. Einaudi, 1986  Sassone, R.M.: I 
				sogni lucidi. Il Giornale dei Misteri, N. 48, 49-51  Severi, B.: Medium e 
				sciamani. Luce e Ombra, N. 2, 1996  Severi, B.: 
				Ayahuasca, medicina dell'anima. Quaderni di Parapsicologia, N. 
				1, 1996  Servadio, E.: 
				Coscienza alterata e coscienza iniziatica. Quaderni di 
				Parapsicologia, N. 9, 1977  Snyder, S.H.: 
				L'illuminazione in una pillola. In: Farmaci, droghe e cervello. 
				Zanichelli, 1993  Tart, C.: Stati di 
				coscienza. Astrolabio, 1977  Thalbourne, M.:The 
				psychology of mystical experience. Exceptional Human Experiences, 
				9, 1991  Wallace, R.K. & 
				Benson, H.: Fisiologia della meditazione. Le Scienze, 45, 1972
				      |